di Stefano Savona — Italia, 2023, 120 min.
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Trama
L’arrivo della pandemia in Italia, in particolare a Bergamo: una città che, come un unico organismo, si scontra e reagisce al virus, rendendo la maglia di connessioni tra le vite degli abitanti ancora più stretta e forte.
Straordinario documentario di Stefano Savona sul Covid-19: elaborazione del lutto e rielaborazione della vita, chiede lacrime e merita applausi.
Recensione
«Tre anni fa con un gruppo di giovani registi che erano stati miei studenti alla scuola di documentario del CSC Palermo abbiamo attraversato un’Italia deserta per arrivare a Bergamo nel mezzo di una crisi mai vista. In punta di piedi abbiamo iniziato a filmare le vite di chi, rischiando in prima persona, cercava di affrontare la catastrofe che ci stava investendo tutti. La nostra scommessa è stata quella di restituire i movimenti di una comunità in resistenza. Ogni sera ci riunivamo a riguardare le immagini raccolte, cercando di ritrovare i raccordi invisibili che le univano, di cominciare a riannodare i fili delle storie che la pandemia aveva provato a cancellare. Per altri due anni siamo tornati a Bergamo per raccontare il rituale collettivo di elaborazione del lutto e di costruzione della memoria che avevamo visto nascere e di cui questo film-memoriale si vuole fare portatore.» (Stefano Savona)